1. … La pelle olivastra, le labbra pronunciate, tumide, sensuali, un casco di capelli crespi come un selvaggio africano. Per il resto, lo sguardo vivido e ironico, il sorriso cordiale, la rotonda obesità del bon vivant… Così viene descritto Alexandre Dumas da Umberto Eco nel suo romanzo “Il cimitero di Praga.”
2. Sul razzismo verso di lui, che molti consideravano un mezzosangue, è celebre questo aneddoto: Un signore, aveva maliziosamente fatto cenno alle teorie che vedevano un legame tra l’uomo primitivo e le specie inferiori, e Dumas aveva risposto: “Sì signore, io discendo dalla scimmia. Ma voi, signore, voi vi risalite!”
3. Nel corso della sua vita, Dumas ha ottenuto tutti gli onori, tutti i trionfi. Ha sedotto molte donne. Ha viaggiato in tutta Europa. È diventato ricco. Si è rovinato. È stato esiliato, è tornato in patria. Ha creato case editrici, giornali, un teatro. Il suo nome era una leggenda nazionale ed europea. I suoi romanzi e i suoi personaggi gli hanno dato una fama che è rimasta intatta due secoli dopo.
4. Ha scritto più di duecento libri e vantava 1.200 opere popolari. Opuscoli, romanzi, drammi, storia, gastronomia, viaggi, corrispondenza galante, saggi. Il lavoro pubblicato in vita è stato seguito da romanzi postumi. Nel 2005 venne scoperto un romanzo inedito, era stato pubblicato nel 1869 sotto forma di feuilleton su un quotidiano parigino, ma mai pubblicato come libro e perduto in tutte le bibliografie.

5. La figlia di Dumas, Marie, ebbe una lunga relazione platonica con Richard von Metternich, il figlio del cancelliere austriaco e quando morì, gli lasciò tutti i beni di suo padre. Lui li mise in mostra come collezione Dumas nel suo castello Kynzvart nell’ex Cecoslovacchia. Durante l’era sovietica, il castello – insieme a tutto il suo contenuto – cadde in rovina e non fu fino alla caduta del Muro che si poté fare un inventario adeguato, e lì, nascosti con altri documenti, c’erano tre capitoli di una storia precedentemente sconosciuta.
6. Fu il francese Claude Schopp, che studiò per anni la vita tumultuosa del romanziere, a “imbattersi” nel romanzo inedito, “Il cavaliere di Sainte-Hermine”. Novecento pagine delle favolose avventure di personaggi la cui vita, drammi e miracoli iniziano con l’Impero napoleonico. L’autore aveva dovuto dettare le ultime pagine dopo che la sua mano era diventata troppo tremante. Si ritiene infatti che Dumas fosse negli stadi finali della sifilide e morì pochi mesi dopo.
7. Si dice che lo studioso abbia un indice di carte separato per ogni giorno della vita dello scrittore. “Non è proprio vero,” scrive. “Ho copie di migliaia di lettere e documenti di Dumas, e ho registrazioni per quasi tutti i giorni. Ma ci sono delle lacune …” Come spesso accade, le lacune sono le più intriganti. La sua viene considerata la biografia definitiva di Dumas.
8. Nel 2002 il governo francese ha riesumato il corpo di Dumas e, in una cerimonia trasmessa anche dalla televisione di stato, ha trasportato la sua bara al Panthéon de Paris, il mausoleo dove sono sepolti i grandi e i buoni della cultura francese. Dobbiamo dire però che questo fu fatto senza rispettare le ultime volontà dello scrittore, che desiderava “rientrare nella notte dell’avvenire nello stesso luogo dal quale sono uscito dalla vita del passato, in quell’affascinante cimitero (di Villers-Cotterêts dov’era nato) che ha più l’aria di un’aiuola fiorita dove fare giocare i bambini che di un posto per far dormire i cadaveri”.
9. Schopp ha restituito a Dumas la sua reputazione, ma gli ha dato anche delle amanti e dei bambini. Ha trovato almeno 40 amanti e tre figli illegittimi di cui nessuno sapeva.

10. Umberto Eco ne “Il cimitero di Praga.” si appropria affettuosamente della figura dello scrittore: … Un francese ormai più famoso di Garibaldi, Alexandre Dumas, il grande romanziere, con una sua nave privata l’Emma correva ad unirsi ai liberatori…”Nel 1860, infatti, Dumas vendette i suoi beni per acquistare armi per l’esercito garibaldino. Fu amico e ammiratore di Garibaldi, di cui tradusse le memorie. Durante la Spedizione delle Mille, fu testimone della battaglia di Calatafimi che descrisse in “Les Garibaldiens,” pubblicato nel 1861. È con Garibaldi il giorno del suo ingresso a Napoli (7 settembre 1860).
11. Dumas fu nominato da Garibaldi direttore degli scavi di Pompei e direttore dei musei; incarico che ricoprì per tre anni. Nello stesso periodo fondò e diresse il quotidiano L’Indipendente dove tra l’altro furono pubblicate le prime traduzioni italiane di alcuni suoi romanzi e racconti.. Dumas riversò le sue conoscenze della storia di Napoli nel romanzo “La Sanfelice”, intitolato alla nobildonna realmente esistita. Lo scrittore visse a Napoli fino a quando, a causa dell’insoddisfazione dei napoletani che accettavano male che uno straniero occupasse una tale posizione, preferì dimettersi e tornare a Parigi.

12. Dumas a Torino amava il caffè Al Bicerin, che ancora oggi si trova vicino al santuario della Consolata. La frequentazione e il caffè viene descritto nel “Cimitero di Praga.”… Prendeva il bicchiere con protezione e manico di metallo, odoroso di latte, cacao, caffé e altri aromi. … La beatitudine di quell’ambiente dalla cornice esterna in ferro, i pannelli pubblicitari ai lati, le colonnine e i capitelli in ghisa, le boiseries interne di legno decorate da specchi e i tavolini di marmo, il bancone dietro al quale spuntavano i vasi dal profumo di mandorla, di quaranta tipi diversi di confetti…
13. Secondo l’Index Translationum, con un totale di 2540 traduzioni, Dumas è al tredicesimo posto tra gli autori mondiali più tradotti in lingua straniera.
14. Dumas ha sempre avuto guadagni molto alti, ma spendeva ancora di più, si prodigava con le sue amanti e gli amici, e viveva a credito. Sempre in prestito, impegnandosi con le sue future pubblicazioni, alla mercé del minimo imprevisto. Ma era un gran lavoratore e molto generoso. Lo possiamo dedurre da questa lettera di suo figlio: “(…)Era lì che ti rifugiavi per non essere disturbato da tutti gli importuni e i parassiti che assediavano senza tregua la tua porta, che ancora non sapevi chiudere loro… Con indosso un paio di calzamaglie, in maniche di camicia e le maniche rimboccate fino ai gomiti, il collo scoperto, ti mettevi già al lavoro alle sette del mattino e rimanevi fino alle sette di sera, quando venivo a cenare da te (…)”Il 10 dicembre 1851, minacciato di bancarotta, Dumas andò in esilio a Bruxelles con Victor Hugo, per protestare contro il colpo di stato di Napoleone III.
15. Auguste Maquet fu il suo celebre collaboratore e nell’arco di sette anni (1844-1850) Dumas realizzò con la sua partecipazione tutte le grandi opere che avrebbero assicurato la sua fama. Maquet era certo più oculato nella vita privata e al contrario del romanziere morì ricco.

16. Nel 1846 Dumas fece costruire il suo teatro a Parigi, in boulevard du Temple, che chiamò “Théâtre-Historique”. Il teatro fu inaugurato nel febbraio 1847 e ospitò spettacoli di diversi autori europei (Shakespeare, Goethe, Calderon, Schiller) prima di andare in bancarotta nel 1850.
17. Intenditore di cucina, è anche autore di un Grand Dictionnaire de cuisine, il cui manoscritto fu consegnato all’editore nel marzo 1870 e pubblicato dopo la sua morte nel 1873. “Alexandre Dumas ha condiviso il suo tempo, come al solito, tra letteratura e cucina; quando non faceva saltare in aria un romanzo, soffiava sulle cipolline.” Nel “Cimitero di Praga” cucina un brodino di tartaruga, “delizioso…” Terminerei con una sua citazione:Quando chiudo gli occhi, rivedo tutto quello che ho visto. Ci sono due sguardi, quello del corpo e quello dell’anima. Quello del corpo qualche volta può scordare, quello dell’anima ricorda sempre.(A. Dumas, “Il conte di Montecristo”)