I favoriti di Louis XIII

Louis XIII era un uomo pudico, riservato con le donne e considerato da molti storici quasi misogino. 

La fama di amante focoso manifestata ostentatamente dal padre Henri IV, infastidiva il piccolo Louis che mal sopportava la convivenza imposta con le amanti del padre e i fratellastri. Forse questo rifiuto del comportamento paterno era alla base della fondamentale differenza nella relazione che i due uomini avevano con la passione amorosa.

Infatti i rapporti con la moglie, Anna d’Austria, erano stati difficili fin dall’inizio anche a causa di una prima notte di nozze traumatica per tutti e due, tanto che per quattro anni i reali  non condivisero più il talamo.

Louis XIII sembra abbia avuto tre favorite platoniche e, come spiegheremo, innumerevoli “amici”.

Quasi tutti i favoriti di Louis XIII appartenevano alla piccola nobiltà e facevano parte dell’ambiente di caccia, sua grande passione.

Dal diario del medico personale, che annoterà meticolosamente ogni starnuto, frase, sorriso o altro dei primi 28 anni di vita del Re, si evince la simpatia di Louis per stallieri, valletti e per  i moschettieri di guardia alla sua persona. 

Simpatie testimoniate anche da “Les Historiettes” di Tallemant des Réaux, una specie di rotocalco dell’epoca.

Tuttavia la prudenza storica ci invita a notare che le storielle di Tallemant des Réaux sono spesso esagerate. 

Altro aspetto da considerare è il rigore di Luigi XIII, le sue credenze religiose sincere, la sua avversione per il peccato e l’ammirazione per la vita religiosa. Motivi che spingerebbero a pensare che il Re costringesse la sua omosessualità a rimanere latente, deciso a non soddisfare del tutto la sua passione. 

Senza dubbio quando il dovere lo esigeva, Louis XIII non ha mai esitato a sacrificare le preferenze personali. L’uomo privato non ha mai prevalso sul Re. Ne è stata prova lampante il tradimento del suo favorito Cinq-Mars: l’arresto ed esecuzione sono stati firmati da Louis.

Vi è infine divisione tra gli storici sostenitori della castità assoluta del Re e quelli che danno credito agli aneddoti riportati da Tallemant des Réaux. 

Forse potrebbe emergere un’interpretazione più sfumata e una conclusione intermedia.

Perché di una cosa si può essere sicuri, non esiste uno scrigno da aprire per svelare tutte le verità storiche. Soprattutto per quel che riguarda fatti successi 391 anni fa.

Le lacune della cronaca sono quelle che danno gioco agli autori di romanzi storici per costruire l’intreccio romanzesco.

Noi abbiamo scelto di proporre ne  “L’angelo e la vergine” una chiara omosessualità di Louis, dato che ci pare la possibilità più concreta che spiegherebbe anche il velo di polvere sulla sua figura storica, tema sul quale abbiamo spesso discusso e scritto.

Approfondiamo quindi le figure dei favoriti più celebri del re di Francia Louis XIII

DUCA de LUYNES

Era il Gran Falconiere di Francia e come Louis nutriva una grande passione per la caccia.

Aveva 23 anni più del Re e divenne suo consigliere quando a sedici anni prese finalmente in mano le redini del regno.

Fu infatti colui che, per ordine di Louis, organizzò l’omicidio di Concini, onnipotente favorito di Maria de Medici, togliendo così dalle mani di quest’ultima la reggenza.

Anche lui venne accusato, come Concini, di approfittare del favore del giovane Re per conseguire per sé e i suoi familiari potere e ricchezze. 

Sposò Marie de Rohan futura duchessa di Chevreuse e insieme escogitarono giochi, balli e opere di teatro tutti volti a facilitare la riconciliazione e la nascita della passione nella coppia reale. Si racconta che una sera il Luynes andò direttamente dal Re a prenderlo e lo obbligò a passare la notte con la regina.

Nel 1620 venne fatto duca e nel 1621 Conestabile di Francia. 

Durante l’assedio di Montauban si ammalò di scarlattina e morì, mentre il re continuava la battaglia contro gli Ugonotti in rivolta.

JEAN de SAINT-BONNET de TOIRAS

Uno dei grandi uomini d’armi della storia di Francia.

A 25 anni divenne luogotenente addetto alla caccia reale e capitano delle guardie del Re.

Sebbene Protestante, restò fedele a Louis e combatté contro gli Ugonotti a Ile de Ré, dove resisterà eroicamente all’assedio di Buckingham. Venne fatto Maresciallo di Francia nel 1630 e si distinse nell’assedio di Susa. 

Toiras diresse i negoziati in nome della Francia al Trattato di Cherasco, con il quale l’Imperatore riconobbe il possesso di Mantova e di parte del Monferrato a Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers. Nel nostro romanzo “L’angelo e la vergine” lo troviamo esattamente in questo ruolo.

Morì nel 1636 per un colpo di archibugio nei pressi di Milano. Venne sepolto con tutti gli onori dalla Duchessa Cristina di Savoia e riposa nel convento dei Cappuccini di Torino.

FRANCOIS de BARADAS

“Un ragazzo senza merito, giunto una notte come una zucca.” secondo Richelieu.

Assegnato alle scuderie del Re come paggio, Louis lo prese in simpatia e lo nominò poco dopo primo gentiluomo di camera del Re, governatore del castello di Saint-Germain e luogotenente del Re nella Champagne.

Sei mesi dopo aver ottenuto questi grandi onori, Baradas cadde in disgrazia, motivo per cui ancora oggi nella tradizione della lingua francese è noto il detto “fortuna di Baradas” a indicare una sorte favorevole, ma di breve durata.

CLAUDE de ROUVROY SIGNORE de SAINT-SIMON

Secondo il caustico Gédéon Tallemant des Réaux,lo scrittore de Les Historiettes la dote essenziale del giovane Claude era quella di «non sbavare nel corno da caccia».

Pare invece che avesse avuto l’idea di presentare al Re il cavallo di staffetta, non fianco a fianco, ma testa contro coda, in modo che Louis potesse cambiare di sella senza smontare. Sua Maestà apprezzò molto questo dettaglio e lo prese in simpatia tenendolo a suo fianco nelle campagne militari.

Nel 1627 divenne primo scudiero di Francia e primo gentiluomo di camera del Re e si distinse nell’Assedio di La Rochelle.

Nel 1630 venne nominato governatore di Blaye e dei castelli di Saint-Germain e Versailles.

Claude è stato il nostro prescelto per essere messo accanto a una delle nostre protagoniste nel secondo romanzo della saga, “L’angelo e la vergine”, dandogli il ruolo per cui è passato alla storia: favorito e amante di Louis XIII.

Proprio negli anni del romanzo venne infatti elevato al rango di duca, sotto il titolo di “duca di Saint-Simon”, ma cadrà in disgrazia l’anno seguente.

HENRI COIFFIER DE RUZE, marchese de CINC-MARS

Il marchese era un giovane di 19 anni, figlio di un ministro delle finanze, che per interessamento di Richelieu venne messo a fianco di Louis per distrarlo dall’influenza di Marie de Hautefort, una delle due donne favorite (quasi certamente platoniche) che si affiancarono al Re.

Cinq-Mars entrò subito nelle grazie di Sua Maestà che gli concesse titoli e onori come era solito fare con coloro che voleva legare a sé. Ma Cinq-Mars pativa l’affetto di Louis che era geloso, malinconico e paternalistico.

Il favorito si distrasse così in una vita dissoluta di feste e conquiste .

Cominciò a deridere il Re con gli estranei e moltiplicò le conquiste femminili. Le pretese di Cinq-Mars divennero esagerate quando si innamorò di Maria di Gonzaga-Nevers, reclamandone la mano. Per farlo supplicò che gli fosse concesso il titolo di duca.

Richelieu contrastò questo progetto di matrimonio che venne rifiutato anche da Louis. Maria di Gonzaga-Nevers aveva un sangue troppo nobile per unirsi con il marchese. Toccato nel suo orgoglio, Cinq-Mars concepì un forte risentimento nei confronti del Cardinale e ordì un complotto contro di lui.

Sarà l’ultimo grande complotto contro il primo ministro di Francia: Cinq-Mars a 22 anni verrà decapitato.

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