A scuola studiavamo i cambi di governo, gli scontri religiosi che incendiano gli animi, le battaglie decisive e gli slittamenti dei confini; ma la guerra nel Seicento, nella pratica, come si faceva?
1. Dove si trova il nemico?
Non esistevano informazioni logistiche e si andava in battaglia senza sapere quanto copioso fosse il nemico, com’era equipaggiato e dove si trovasse precisamente, ma in quell’epoca era la cosa più comune. Non si conosceva il numero esatto dei propri soldati, ancora meno quello dei nemici. La guerra era perciò più frequentemente una sequenza di assedi alle città che una serie di scontri in campo aperto.
La tecnica militare era ancora in trasformazione, gli eserciti erano piccoli per come li possiamo immaginare oggi. L’era moderna della fanteria era agli albori, e combinava l’uso della lancia e della spada con le armi da fuoco, ancora poco efficaci. Persino le armature pesanti non erano ancora sparite
2. Armature.
Dato che abbiamo introdotto l’argomento armature, vi presentiamo nelle foto le protezioni dei nostri due personaggi favoriti: il Re Louis XIII e il Cardinale Richelieu.Il peso sproporzionato dell’armatura del Cardinale (47,7 kg) garantisce la massima protezione a chi la indossa. Con un peso più ridotto (26,8 kg) l’armatura appartenente al Re ha resistito almeno a un proiettile di moschetto, come dimostra il visibile impatto sul pettorale, vicino allo spallaccio sinistro.
Era evidente che uno intendesse lottare in battaglia più dell’altro.
Le armature di Richelieu a sinistra e quella del Re a destra in esposizione al Museo delle Armi di Parigi. I ritratti di Simon Vouet e Philippe de Champaigne al Museo del Louvre, mostrano Louis XIII che indossa questa armatura, o un’imbracatura molto simile. Con un peso notevole (26,8 kg), questa protezione è resistente ai proiettili di moschetto, come dimostra il visibile impatto sul pettorale, verso lo spallaccio sinistro. Il peso sproporzionato di questa armatura (47,7 kg) garantisce la massima protezione a chi la indossa. Il monogramma che associa P, A e R, inciso in più punti, consente di attribuirla ad Armand du Plessis, Cardinale de Richelieu, mentre il tridente di Nettuno ricorda il suo incarico di sovrintendente alla navigazione. Fu presumibilmente con questa armatura che il cardinale ministro ispezionò le installazioni dell’esercito reale durante il grande assedio di La Rochelle
3. Armi da fuoco.
Il moschetto e la carabina erano armi pesanti, difficili da maneggiare, complicate da caricare e poco affidabili. Un soldato esperto poteva fare un solo sparo, aveva poi bisogno di almeno di trenta secondi per ricaricare. Tempo in cui i nemici potevano camminare (non correre a causa dell’equipaggiamento pesante), gli scarsi 50 metri in cui quelle armi pioniere erano veramente efficaci. Per questo si era soliti combinare armi tradizionali a supporto. I moschettieri, per esempio, sebbene fossero cavalleria, erano armati, appunto, di moschetto, un’arma utilizzabile solo a piedi. Potevano scendere dal cavallo, sparare, risalire e continuare la battaglia con la spada.

che rappresenta Henri IV che consegna la reggenza prima di partire per la guerra
4. Le palle di cannone.
Il cinema e le serie televisive ci presentano le battaglie piene di esplosioni, ma nel XVII secolo non esistevano pallottole esplosive. I cannoni lanciavano “cose” ai nemici a grande velocità. A volte palle di pietra, ferro o, nei migliori dei casi, piombo.Il danno era comunque terribile, i soldati soffrivano gli impatti dei lanci e soprattutto dei pezzi di sassi e pietre che sollevavano nell’urto sul terreno. Nell’epoca storica del nostro romanzo, i cannoni non erano l’arma dominante. Cari, poco affidabili, scarsi in numero e troppo lenti, furono determinanti solo nella tecnica degli assedi, cambiando per sempre la forma delle fortificazioni.

5. Come caricare un’arma del seicento.
Ci spiace togliere spettacolarità alle scene di azione che vedrete d’ora in avanti sul piccolo o grande schermo ma vi spieghiamo la realtà. Prima di sparare occorreva prendere la polvere dalla sacca, metterla nella bocca dell’arma e inserire la pallottola, poi spingere con un bastone di legno, (mai di metallo poiché una scintilla avrebbe potuto provocare un’esplosione in faccia al malcapitato).
Dopo tutte queste azioni si doveva accendere la miccia e finalmente premere il grilletto, oppure, attendere ancora mezzo secolo per premere solo il grilletto, ma non prima di aver messo la polvere fine in un piccolo vassoietto accanto al cane.
Tutt ciò richiedeva tempo, impedendo così lo “sfodero la pistola e sparo…” Come potete constatare, era più efficace e rapido un affondo di spada.
6. La spada da duello.
Le spade nel secolo XVII, un po’ come oggi le automobili, avevano un’infinità di modelli, varianti e piccole differenze che rendono quasi impossibile l’impresa di fare un elenco completo.
Ogni artigiano aveva i suoi segreti, la lama era divisa in diverse sezioni, più forte vicino alla mano e fine nella punta. Le spade da battaglia erano forti e taglienti ai due lati. Le spade da duello o da difesa con cui si passeggiava per la città erano più sottili, create per trafiggere e ferire in punta.
La spada da duello era creata per avere efficacia nel contesto civile, e normalmente era troppo fragile per essere usata in battaglia. Forniva massima protezione alla mano, era leggera e lunga ma non troppo robusta. Si direbbe che alcune non fossero state create per uccidere, ma per ferire da più lontano possibile. Le lame molto lunghe, fino a 130 cm, essendo considerate chiare armi da duello (che ricordiamo erano proibiti) erano illegali da portare in vista.
