
Con il dolce ovale del suo viso, il naso sottile e delicato, la pelle chiara e i capelli biondi, Giovanna di Castiglia fu considerata bella fin da bambina, sembrava predestinata a convertirsi nel brillante “ornamento” in una qualsiasi corte Europea, invece ereditò il regno di sua madre Isabella.
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Il padre alla fine accettò di farsi da parte lasciando la reggenza a Filippo il Bello, conservando però la metà delle rendite che il Nuovo Mondo portava alla Castiglia.
Il marito di Giovanna non si accontentò della sola reggenza e tentò di farsi proclamare Re con il pretesto della delicata salute della moglie, ma ricordiamo che era straniero in Spagna e i rappresentanti delle città Castigliane lo impedirono. Venne anche visitata, Giovanna, dall’Almirante di Castiglia, che voleva constatare personalmente la sua fragilità mentale.
Non solo l’almirante si decise a non firmare il decreto per inabilitarla, ma la stessa Giovanna all’apertura delle “Cortes” (una specie di parlamento dell’epoca) si diresse ai presenti dando prova di essere nel pieno delle sue facoltà mentali. Ordinando al parlamento di trasferirsi a Toledo: con grande autorità disse che voleva essere incoronata nella sua città natale.

Il marito sapeva di avere un completo ascendente su Giovanna e, alla fine, la convinse a fare una cerimonia veloce a Valladolid.
Giovanna era di nuovo incinta del suo sesto figlio quando Filippo il bello si ammalò e morì in solo nove giorni probabilmente a causa della peste che flagellava la Castiglia dall’inizio dell’estate di quell’anno 1506.
Il dolore per la morte del marito diede vita alla leggenda della vedova folle che attraversò Castiglia con la bara del marito e che la socchiudeva per dare un ultimo sguardo all’uomo che aveva amato in una specie di pellegrinaggio d’amore.
Si crede, però che il viaggio fu dettato dalla volontà di esaudire il desiderio dell’uomo di essere sepolto a Granada e anche dall’intenzione di scappare dal flagello della peste.
Il padre era in Italia e Giovanna governò finalmente da sola per un anno, spalleggiata dai nobili castigliani, derogando le leggi promosse dal marito e ripristinando quelle della madre Isabella. La lotta era sempre tra la parte spagnola e la fiamminga del Regno.
Per sfuggire alla peste, la Corte si spinse fino a Torquemada e lì la regina partorì sua figlia Catalina. Poi ripartirono sempre con la volontà di arrivare a Granada. L’indifferenza della Regina per la decomposizione del corpo è confermata da molte fonti. Che fosse un atteggiamento patologico o un atto di supremo amore non possiamo oggi saperlo.
Sappiamo però che era amata dai nobili Castigliani irrequieti per il ritorno del padre Ferdinando d’Aragona, considerato straniero, al quale però Giovanna firmava tutte le carte che lui le sottoponeva senza opporsi. Fu proprio per mantenerla lontana dai nobili che il padre decise di rinchiuderla a Tordesillas. Custodita da un uomo a lui fedele.
La prigionia fu terribile…
Continua…