Nel dipinto, realizzato da Sofonisba Anguissola, l’infanta di Spagna Catalina Micaela, che sarebbe diventata Duchessa di Savoia nel 1585, sfoggia tra i capelli un narciso, probabilmente colto nei giardini di Aranjuez, e tiene tra le mani una piccola scimmia Titì dal ciuffo bianco, originaria della selva amazzonica.

Collezione Rafael Valls, Londra
Permetteteci raccontare qualcosa di più su quella bambina e quella scimmietta.
Re Filippo II di Spagna ebbe due figlie dalla sua terza sposa, la francese Isabel de Valois.
La prima nacque nel 1566 e le venne imposto in nome della madre Isabel e quelli di Clara Eugenia per il Sant’Eugenio davanti alle reliquie del quale, portate apposta dalla Francia, si era prostrata la Regina chiedendo la grazia di restare incinta.
La nascita di Isabel Clara Eugenia, nove mesi dopo la preghiera, fu festeggiata come fosse stato un maschio. Dopo un anno nacque la seconda figlia Catalina Micaela in onore alla nonna francese Caterina de Médici (Catalina in spagnolo), ma il padre, senza nascondere la sua delusione per la seconda femmina, partì in viaggio senza nemmeno attendere il battesimo.
La madre delle due bimbe morirà l’anno dopo a causa di un parto prematuro e Filippo II si sposerà una quarta volta con Ana d’Austria, figlia di sua sorella.
Questo nuovo matrimonio determinò l’inizio del periodo più felice per le due principesse. Il padre dedicava loro una costante attenzione e Ana era una dolce matrigna. Studiavano francese, portoghese, latino e italiano, pittura, musica e ricamo; arti che costituivano le principali virtù delle dame della corte spagnole. La due sorelle vengono negli anni ritratte da Alonso Sánchez Coello e Sofonisba d’Anguissola in numerosi dipinti.
Uno di questi è quello con la scimmietta e un altro ritratto dell’Anguissola vede le due sorelle insieme, con la compagnia di un cagnolino e di un piccolo pappagallo.

conservato a Buckingham Palace
Non era nuova la presenza di animali esotici nei ritratti dei componenti della Casa Asburgo, dato che gli animaletti arrivavano alla penisola iberica a bordo delle navi che portavano i loro carichi dal nuovo mondo fin dal principio del secolo XVI.
Per animali di questo tipo occorre riferirsi solo a donne e bambini giacché gli uomini ricevevano altri animali: troviamo nei documenti elefanti, zebre, leoni e persino un povero rinoceronte che ebbe un viaggio decisamente movimentato da Lisbona a Madrid.
Per comprendere la passione per gli animali esotici tra le famiglie reali europee della metà del secolo XVI, è imprescindibile parlare di Caterina d’Austria, dato che è lei la vera responsabile dell’inizio del traffico di animali da compagnia in tutt’Europa.
È difficile non provare simpatia per questo personaggio che tante pene passò lungo la vita. Una donna di grandi qualità e generosità, di grande cultura e intelligenza pratica, della quale la Storia sia portoghese che spagnola, si è occupata solo velatamente.
Ultima figlia di Filippo il bello, Caterina passò tutta la sua infanzia rinchiusa a Tordesillas insieme a sua madre Giovanna di Castiglia della quale abbiamo parlato su questa pagina.
A diciassette anni, finalmente, Caterina viene liberata da suo fratello Carlo V che la dà in sposa al Principe di Portogallo Giovanni III.
Come regina del Portogallo e dei territori in Africa, Asia, Arabia, India e Brasile, Caterina, grazie alla collaborazione dei suoi ambasciatori, diviene la fornitrice di animali esotici per i suoi parenti delle corti europee, con speciale attenzione ai suoi nipoti ai quali non mandava solo animali, ma curiosità e giochi dei paesi d’oltremare.
Tornando a Catalina Micaela nel 1585, a diciassette anni, si sposò con il Duca di Savoia e andò a vivere a Torino. In nessuno dei suoi tanti ritratti appare con un animale, fino al 1590, quando viene dipinta insieme alla sua quarta figlia Margherita e con una scimmietta.

Ritratto di famiglia di Carlo Emanuele, duca di Savoia, e Catalina Micaela, infanta di Spagna
Al contrario sua sorella Isabella Clara Eugenia, per ciò che conosciamo dai documenti e dalle raffigurazioni che sono giunte a noi, manterrà lungo tutta la vita la passione di circondarsi di animali, come possiamo vedere nei molti dipinti realizzati durante il suo governo nelle Fiandre nei quali appare in compagnia di tutti i tipi di animali.

Gli arciduchi Alberto e Isabel Marta Eugenia visitano lo studio di un collezionista
Walter Art Museum Baltimora, Stati Uniti
Un esempio degno di nota è la sorprendente immagine della sua assistente Juana de Lunar de San Martín de Valdeiglesias il cui solo impegno era prendersi cura degli animali di compagnia dell’arciduchessa, attività per la quale è passata alla storia, ritratta da un pittore anonimo, insieme a tutti gli animali.

Dipinto conservato al Castello di Fontainebleau, Francia
Nel caso foste in procinto di adottare un cagnolino, ecco i nomi di quegli animaletti – e sì, nel dipinto sotto ogni animale c’è il nome – così prendete ispirazione: Elisendra, Coquina, Breda, El viudo, Tirlila, Fidela, Píramo, el Blanco, El Caballero, Si Señor, Ojos negros, Oriana, Polidoro, Lovillo, Petí, Berlina, Bolatín, Piramillo, Cadet, Patar, Sin nombre, Fidellila, Amoroso, Gunca, y Oliva.
Articolo tratto (tradotto e modificato) dai contenuti del blog “Cuaderno de Sofonisba” di Concha Diaz.