Meno popolare di suo padre Enrico IV, meno sontuoso di suo figlio Luigi XIV, Luigi XIII è un monarca che la storia ricorda come una pallida figura.
Molta colpa di questo ricade sugli scrittori romantici Alfred de Vigny, Victor Hugo, Alexandre Dumas che hanno offuscato a piacere la sua immagine con giudizi crudeli e perentori. Ma il ritratto del Re, come appare dagli scritti dell’epoca, presenta una notevole differenza. E in questi scritti siamo andate a spulciare alcune curiosità.
- Louis XIII fu il primo delfino di Francia dopo 57 anni di incerte successioni.
Nacque il 27 settembre del 1601 ed era debolissimo tanto che la balia mormorò: “Se fosse un altro bambino…” Il Re Enrico IV rispose: “Fate come se fosse uno qualunque…” Madame Boursier si riempì la bocca di vino e lo soffiò con delicatezza tra le labbra del nuovo nato che si riprese.
- Dopo pochi giorni il padre fece visita al figlio, lo cullò e, mentre lo passava alla balia, gli scivolò dalle mani. Solo la prontezza della donna salvò il piccolo. Enrico IV non lo prenderà più in braccio.

- Un rigore durissimo venne applicato al Delfino. Quando aveva solo quattro anni, il padre disse alla balia: “Mi lamento che non mi abbiate ancora chiesto di frustare mio figlio. Desidero e vi comando di frustarlo per ogni capriccio. (…) come successe a me che venni frustato molto.”

- Ogni viaggio tra Parigi e i suoi castelli dava luogo a una sorta di processione di carri che trasportavano il suo letto, i suoi mobili, le tappezzerie, scrivania e documenti. Senza scordare le gabbie d’uccelli per la falconeria nella quale eccellerà sempre.
- Il 14 maggio 1610 suo padre Henri IV venne assassinato e Louis di appena 9 anni divenne Re. A soli tredici anni dovette presenziare gli Stati Generali. Questa sarà l’ultima volta che si riuniranno fino al 1789 prima della Rivoluzione.

- Al contrario del padre, Louis mantenne una severità quasi esasperata. Una sera di Natale ricevette dopo cena il principe di Condé e altri nobili che iniziarono a raccontare barzellette oscene. “Non voglio che si dicano sconcezze e villanie.” sbottò il Re.

- A soli 19 anni il suo potere era in pericolo: 5 province ribelli appoggiavano la Regina Madre.
Lui dichiarò: “Pericolo qui, pericolo lì, pericolo in terra, pericolo in mare. In mezzo a tanti rischi bisogna attaccare i più grandi e vicini. Andiamo dritti a Caen!”
Partì alla guida di 3000 uomini soltanto, ma la regione si sottomise e lui si scontrò con l’esercito della madre vincendolo facilmente. Firmò la pace con la Regina promettendo il perdono al duca d’Epernon. (Personaggio che appare nel nostro romanzo). Lascerà il vecchio duca vari minuti in ginocchio prima di concedergli di alzarsi.
- Nella stessa resa un cugino gli fece notare che era ancora un ragazzo “Sire, trovo che Vostra Maestà è cresciuta tanto.” Lui rispose con un sorriso: “E io, cugino mio, noto che siete ben diminuito.”

Emanuel van Meteren (1535-1612), Simeon Ruytinck (-1621). Engraver: H. Jacopsen.
- Militare nell’anima vedeva se stesso come soldato e ufficiale al tempo stesso. Insensibile al freddo, al vento, alla pioggia, alla neve. Questo re-soldato non esitava a dormire sulla paglia sotto le stelle o in un tugurio con il tetto rotto, a bere nel suo cappello, a ridere con i suoi soldati, trascorrendo lunghe ore a cavallo senza riposare.
- Nel 1622 durante una spedizione militare per tagliare la via verso l’Inghilterra dalla città ribelle di La Rochelle, un torrente ingrossato per un’improvvisa tempesta trascinó tra i flutti un uomo. Solo il Re si gettò nell’acqua portandolo in salvo.

- Nel 1629 Louis si trovò a Briançon guidando l’esercito verso Susa. La montagna che si trovavano davanti si poteva aggirare, cosa che faranno i soldati o risalire per poi discenderla in slitta: una specie di sedia con sci e un guidatore posizionato alle spalle. Si presentarono il console del paese e sua figlia, esperti guidatori. Louis dubitava che una fanciulla potesse fare una cosa così pericolosa, ma alla fine accettò. Lui però scese con il console, velocissimo, divertendosi e “giungendo di gran buonumore.” Ricompensò l’uomo con denari e privilegi.
- Il panico dilaga a Parigi, solo il Re mantiene il sangue freddo.
Il 2 luglio le truppe spagnole passarono la frontiera settentrionale conquistando la roccaforte di Corbie e, facendo incursioni e saccheggi, arrivarono persino a Pontoise a soli 20 km da Parigi. Alla notizia lo sgomento si impadronì dei parigini. Lo stesso cardinale Richelieu cedette alla paura ritirandosi nel suo palazzo. L’unico a reagire con coraggio e a preparare la controffensiva fu Luigi XIII. Ottenne dalle corporazioni che tutti i palazzi muniti di portone fornissero all’esercito un cavaliere, mentre le dimore più modeste un fante. Tolse il divieto alla gente comune di portare armi. Furono requisite armi, munizioni, cibo e cavalli. Rafforzò le difese di Parigi, e radunò 3.000 cavalieri e 12.000 fanti. Il 1 settembre lasciò Parigi alla testa di un esercito che libererà la città dopo un lungo assedio.

- Era davvero un pio e scrupoloso cristiano. Credeva nella giustizia immanente, nell’intervento della Divina Provvidenza. Dopo il recupero di Corbie e la spettacolare rivalsa degli eserciti francesi, decise di dedicare il suo regno a Dio attraverso la Vergine Maria.

- È stato criticato per la sua rigidità innata, la sua intransigenza. È infatti lui e non Richelieu che, nonostante le suppliche, rifiutò la grazia ai congiurati, siano essi appartenenti a grandi famiglie nobili come Chalais, Montmorency-Boutteville, il maresciallo de Marillac o il duca di Montmorency. Ma perdonò più spesso di quanto si pensi, a condizione che glielo si chiedesse: sua madre, suo fratello, sua moglie, il duca di Lorena lo sperimentarono in più occasioni.

- Con Richelieu non fu una convivenza facile. Luigi non rinunciò mai a governare e a essere pienamente Re e a questo si deve la complessità del loro rapporto, fatto di reciproca ammirazione, fiducia e risentimento.
“Mi considero felice”, scriveva Richelieu, “quando di quattro proposizioni due gli sono gradite.” E poi: “I quattro angoli del gabinetto del re sono più difficili da conquistare di tutti i campi di battaglia d’Europa!”
- La sua migliore arma politica era la sua capacità di tenere un segreto e la sua impassibile dissimulazione.
- Amava vestirsi di bianco e indossare calzature color carminio. Soffriva di una calvizie precoce causata da una malattia e fu uno dei precursori dell’uso della parrucca che tanto successo avrà nel Settecento.
- Aveva l’abitudine di cacciare intorno a Versailles. Fu lui a trasformare il padiglione di caccia di suo padre in un piccolo castello che Louis XIV renderà il maestoso palazzo che conosciamo.
- Da bravo cacciatore amava molto i suoi cani: Isabelle, Lionnet, Barbichet, Pataut, Patelot, Maletot, Robin, Oriane, Léonida, Grisette.

20. Louis XIII muore all’età di 41 anni, il 14 maggio, lo stesso giorno in cui era stato assassinato suo padre e 5 mesi dopo Richelieu.
