Marie Aimée de Rohan è stata una nobildonna francese al centro di quasi tutti gli intrighi nell’epoca di cui ci occupiamo, la prima metà del XVII secolo.

Nata nel dicembre del 1600 e dotata di grande carattere, a diciassette anni sposò Charles Albert duca di Luynes, all’epoca falconiere di Louis XIII e suo favorito. Costui era uomo ambizioso, deciso a prosperare grazie al rapporto privilegiato che aveva stretto con il giovane sovrano.

In quegli anni il giovane Louis aspirava solo a mantenere il suo stile di vita, che si riassumeva così: riservava il lunedì, il mercoledì e il sabato alla caccia; il resto della settimana si dedicava a svolgere le sue funzioni di governo, oppure ai suoi hobby, che includevano il disegno e la musica; le domeniche erano dedicate alla preghiera.

Con un programma del genere da parte di Louis, al Conestabile Luynes era garantito l’assoluto potere e, di riflesso, anche alla sua giovane moglie.
Per incoraggiare a migliorare i rapporti tra i due sovrani al fine di procreare l’agognato delfino, Luynes pensò che sua moglie Marie Aimée potesse aiutare Anna a dismettere l’immagine spagnola per acquisire un’apparenza francese.
Il Louvre rimase scioccato quando fu annunciato che la duchessa de Luynes avrebbe assunto l’incarico di sovrintendente del seguito della regina. A soli diciassette anni Marie governava seicento persone di servizio.

Anna all’inizio provò un pizzico di gelosia nei confronti di Marie de Luynes, che era all’apice della felicità sia per il suo matrimonio con un uomo di spicco sia per aver incantato con la sua bellezza e seduzione la maggior parte delle figure di rilievo della Corte. Ma in poco tempo, Anna si affezionò alla duchessa, cominciando a imitarne lo stile.
Il 25 dicembre 1620 Marie Aimée entrò in travaglio al Louvre. Secondo i rapporti inviati dall’ambasciatore veneziano a Parigi, Contarini, la regina Anna sarebbe rimasta accanto al letto della duchessa fino alla nascita di un maschio. Le campane delle chiese parigine suonarono, con sorpresa dei cittadini, e si commentò con una certa ironia che “sembrava che fosse nato un delfino”.
Ma la fortuna è volubile: il Duca Luynes morì in un’epidemia di scarlattina mentre conduceva la guerra contro gli Ugonotti nel ‘21.
Nel frattempo la Duchessa vedova di Luynes era in una situazione delicata a causa della sua relazione galante con Claude de Lorraine, il duca di Chevreuse; anche se è molto probabile che fosse sinceramente affranta per il defunto. Nessuno dei contemporanei dubitava che avessero formato una buona coppia, generando un figlio adorato da entrambi.
Nei primi mesi del 1622, fu comunicato ufficialmente che finalmente la relazione coniugale delle due Maestà aveva portato a una gravidanza.
Anna era all’apice della felicità. Un pomeriggio, volle visitare la principessa di Condé, che era malata. Per quella visita di cortesia, Anna doveva attraversare metà del palazzo e lo fece in compagnia delle sue dame preferite: la Duchessa di Luynes e Mademoiselle de Verneuil. Non appena entrarono nella Grande Salle del Louvre, per puro divertimento, Marie Aimée prese Anna per un braccio, Gabrielle Angélique per l’altro e iniziarono a correre trascinando la sovrana. Anna perse l’equilibrio e cadde a terra. Un forte dolore all’addome preluse un’emorragia e un aborto.

L’episodio provocò l’ira di Louis: la moglie Anna era stata una vera stupida, perdendo per un gioco il bambino che portava in grembo.
Louis punì le due dame, ordinando loro di lasciare il Louvre.

Marie Aimée de Rohan aveva ormai compreso come ci si muoveva nella rete di relazioni di corte: le sue possibilità di ritorno erano legate a un secondo matrimonio vantaggioso. Naturalmente, pensò subito al suo amante, Claude de Lorraine, il duca di Chevreuse.
Claude aveva più di quarant’anni. Si era sempre trovato in una posizione privilegiata derivata dalla sua alta nobiltà e dal legame con la famiglia de Guise, era Gran Ciambellano di corte e presto sarebbe diventato Gran Falconiere, cosa che rende evidente la stima in cui lo teneva Louis XIII.
Il suo passato amoroso potrebbe essere descritto come molto vivace, in gioventù aveva avuto persino il coraggio di insidiare alcune delle amanti del re Enrico IV. Claude non era mai stato un uomo da matrimonio, e la vedovanza della duchessa di Luynes non gli aveva nemmeno fatto passare per la testa che lui la potesse sposare.

Sfortunatamente per Marie, il Duca de Chevreuse non era presente quando fu invitata a lasciare il palazzo: era in viaggio in compagnia di due amici.
Lei, però, ebbe l’audacia di mandargli una lettera in cui comunicava: “Sono stata sollevata dai miei incarichi … e posso sfuggire alla mia sfortuna solo se mi sposate. Vi prego di acconsentire”.
È noto che il Duca discusse ampiamente l’argomento con i suoi amici. Un uomo della casa di Guise non poteva sedurre e scaricare una Rohan, ma i due insistettero che avrebbe rischiato i suoi privilegi se avesse sposato una donna caduta in disgrazia. Lui inviò a Marie un’educata nota, rifiutando il matrimonio.
L’orgoglio di Marie le venne in aiuto. Rimase in silenzio, confinata a casa sua, finché Claude, tornato a Parigi, sentì bisogno di farle visita per giustificare il proprio rifiuto.
Marie dovette mostrarsi più incantevole che mai perché dopo il colloquio, il Chevreuse non era più un uomo libero. Nell’accordo prematrimoniale, Marie gli affidò l’amministrazione di trecentomila corone e tutti i suoi beni, ricevuti dal defunto duca di Luynes; in cambio Claude le assegnava una rendita annua di diecimila corone e il castello di Dampierre come residenza.
Il matrimonio ebbe luogo il 22 aprile 1622, nella discrezione, ma il pettegolezzo raggiunse rapidamente Parigi. Gli sposi a giugno tornarono nella capitale per stabilirsi nel magnifico palazzo che Charles d´Albert aveva lasciato a Marie e che ora sarebbe stato ribattezzato Hôtel de Chevreuse.
Presentandosi a Louis XIII e Maria de ‘Medici, Claude comprovò la forte animosità che il suo matrimonio aveva suscitato nei sovrani. Ma il suo pedigree e i legami familiari lo salvarono da problemi maggiori. Mentre giugno volgeva al termine, Marie Duchesse de Chevreuse fu formalmente invitata a tornare al Louvre.
La regina ne fu felicissima: Anna aveva sofferto molto per l’aborto e non aveva mai provato risentimento nei confronti di Marie o Gabrielle Angélique per l’incidente che aveva portato alla perdita del bambino. Al contrario era amaramente afflitta di essere stata privata della loro amicizia e a Marie permise di riprendere facilmente il suo rapporto privilegiato. Le altre dame di corte con un gioco di parole, ribattezzarono il nuovo titolo della donna, Chevreuse, con l’ironico “la Chevrette”, “la capretta”.